Rapporto tra arbitro e osservatore: interviene il Presidente Castellino

Autore: Sara Borsato

Fotografie: Marua Ouertani

“Qual è il ruolo dell’osservatore?”, “Che rapporto c’è tra arbitro e osservatore?” e ancora “Cosa deve valutare un osservatore quando va a vedere una partita?”

Queste sono state alcune domande con le quali il Presidente Castellino ha voluto introdurre la seconda riunione tecnica tenutasi lunedì 25 settembre 2023, cui hanno partecipato numerosi gli associati di Treviso.

La serata è stata aperta da Riccardo Basso, arbitro in forza all’organico sezionale, che ha potuto raccontare agli altri ragazzi l’esperienza vissuta in occasione dell’Erasmus Arbitrale, tenutosi in Portogallo, a Cascais-Estoril (vicino Lisbona), nel mese di luglio 2023: “è stata un’esperienza unica, in cui ho potuto conoscere diversi colleghi provenienti da molti Paesi esteri. Abbiamo diretto tre partite al giorno, in terne miste, per un totale, in cinque giorni, di quindici partite. Ho avuto la possibilità di essere arbitro, assistente e anche quarto uomo: tra noi colleghi parlavamo in lingua inglese ed abbiamo potuto provare anche l’esperienza di utilizzare gli auricolari in campo come nelle massime serie. Nessuna partita è stata facile, poiché il livello calcistico era elevato, la preparazione fisica e tecnica erano notevoli”.

Dopo aver ricordato l’avvio del corso arbitri previsto per il 17 ottobre 2023, il Presidente Castellino ha voluto affrontare una tematica singolare, e a volte sottovalutata: il rapporto che c’è, o che ci dovrebbe essere, tra l’arbitro e l’osservatore.

“La figura dell’osservatore guida l’arbitro e dà supporto alla sua formazione” spiega Castellino “per tale motivo il suo compito richiede un notevole impegno: è un gesto di altruismo che racchiude in sé passione, tempo e responsabilità, per cui è importante essere riconoscenti”.

Il Presidente ricorda che gli elementi che devono essere oggetto della valutazione dell’osservatore, durante la visionatura, per giudicare la performance di un arbitro sono sei: fisicità, senso tattico, aspetto tecnico, disciplinare, comportamentale, ed infine la personalità del direttore di gara.

Non è tuttavia sufficiente la performance dell’arbitro a determinare poi il voto complessivo della prestazione, in quanto a tal fine è necessario tener conto anche dell’esistenza di eventuali episodi gravi e del grado di difficoltà di una gara.

“Non fate del voto della gara il fulcro della visionatura: durante il colloquio a fine gara, approfittatene, perché voi arbitri dovete pretendere soluzioni” tuona il Presidente. “L’osservatore vi deve illustrare i problemi, quello che avete sbagliato, ma vi deve anche fornire soluzioni, dire come dovevate comportare in quella o quell’altra occasione: solo così riuscirete a migliorare costantemente. Per contro, però, per gli arbitri è imperativo ascoltare ed essere collaborativi con gli osservatori”.

I giovani fischietti hanno poi potuto analizzare e commentare alcuni episodi di una gara diretta recentemente da un loro collega, mettendosi per una volta nei panni degli osservatori, al fine di comprenderne il ruolo fondamentale per la crescita professionale dell’atleta.

La riunione è stata infine occasione per complimentarsi per gli esordi di tre nuovi arbitri di Marca: Libero Vito Lampugnani, Filippo Zanatta e Matteo Bertelli.