Esperienza inglese con Matthew Day

Il gruppo “RefereeLab” dei giovani fischietti trevigiani ha avuto il piacere di incontrare il collega Matthew Day che ha iniziato la sua carriera come arbitro della Federazione Inglese per poi trasferirsi in Italia e continuare l’attività presso la Sezione di Milano.

Matthew ha subito raccontato i suoi inizi: “Il ruolo di arbitro mi ha incuriosito fin da ragazzino, quando durante le partite mi concentravo soprattutto sull’arbitro” – e ancora – “Già prima di iniziare il corso avevo i miei cartellini”.

Matthew è entrato poi nel vivo: “Il cambiamento tra la realtà inglese e l’Italia è stato caratterizzato in primis dall’organizzazione e dalla struttura, dalla vita sezionale, dal fatto che i contatti sono costanti e personali sin dal corso arbitri”. Fin da subito i ragazzi del RefereeLab si sono sentiti coinvolti e hanno posto varie domande, incuriositi dall’opportunità di affrontare un argomento nuovo e diverso.
 
Un ulteriore elemento di differenziazione è che per gli arbitri inglesi non sono posti limiti d’età e questo è sicuramente vantaggioso nel caso in cui si inizi la carriera relativamente tardi. Allo stesso tempo la vita sezionale è meno intensa in Inghilterra e ognuno è più autonomo nel suo impiego.

Matthew ha poi continuato raccontando uno degli aspetti che ritiene un punto di forza: “Ogni arbitro in Inghilterra ha molte occasioni per svolgere il ruolo di assistente nelle categorie superiori alla propria, e questo è utile perché permette di vivere la partita da un altro punto di vista, e di imparare dai colleghi più esperti”.


Si aggiunge poi un altro elemento interessante: “In alcuni frangenti della carriera di un arbitro la valutazione include anche la partecipazione alla vita associativa e alla formazione dei giovani arbitri, e questo responsabilizza molto nella crescita personale”.

Matthew ha spiegato anche che in Inghilterra nell’arbitraggio viene data molta importanza alla comunicazione e al dialogo: “Si cerca di parlare con i calciatori in occasione del provvedimento disciplinare, così da poter mantenere un dialogo costante e rispettoso, e ciò consente di avere un interscambio arbitro-giocatore mantenendo correttezza e rispetto dei ruoli”.


Matthew ha concluso la riunione rispondendo a un giovane collega che chiedeva un consiglio per la propria crescita: “Posso dire che avere la giusta intuizione è fondamentale, allenando la capacità di capire tempestivamente che tipo di partita si sta arbitrando e come gestirla”.

Autore e fotografie: Sara Conte