IL CORAGGIO DI SBAGLIARE: ANDREA COLOMBO E LA LEZIONE DI UN ARBITRO INTERNAZIONALE TRA ERRORI, SOGNI E CORAGGIO
Autore: Angelo Tasca
Fotografie: Elena Soranzo
Quando il carisma di una persona pervade una sala, ce ne si accorge subito. Salutando all’ingresso tutti i ragazzi che arrivavano in Sezione per ascoltarlo, Andrea Colombo ha trasmesso fin dai primi momenti tutta la sua gentilezza e cordialità. Un gesto semplice, ma che ha detto molto: disponibilità, umiltà, attenzione verso chi lo ascolta. E proprio da questi tratti si è sviluppata una delle serate più coinvolgenti e ricche della stagione per la Sezione AIA di Treviso.
Fin dalle prime battute, l’arbitro internazionale della Sezione di Como ha saputo catturare l’attenzione dei presenti grazie a una narrazione personale e sincera, fatta di passaggi emotivi e professionali che hanno disegnato il ritratto autentico di un uomo, prima ancora che di un direttore di gara.
Andrea ha raccontato le sue origini arbitrali, un percorso nato quasi per caso, grazie a un cugino che lo ha spinto a iscriversi al corso. Un gesto che, col senno di poi, ha segnato l’inizio di un viaggio straordinario. Con grande trasparenza ha condiviso i momenti più duri – le sconfitte, le delusioni, le attese – ma anche quelli più belli: le prime designazioni importanti, l’esordio in Serie A, fino al traguardo prestigioso della nomina ad arbitro internazionale nel 2024.
Da quel punto, il racconto si è intrecciato con un vero e proprio discorso motivazionale. Andrea ha indicato i valori che lo hanno guidato nel suo cammino: “Costanza, dedizione, passione, coraggio e gruppo: questi sono i valori che mi hanno portato fin qui”, ha affermato con convinzione. E ha poi rivolto un invito concreto ai giovani arbitri: “Frequentate la Sezione, andate ad allenarvi e confrontatevi sempre con i vostri amici e colleghi. Il confronto è indispensabile per un arbitro che vuole arrivare ai massimi livelli”.
Proseguendo nel suo intervento, Andrea ha introdotto un concetto meno comune ma profondamente incisivo: “l’antifragilità”. Ha spiegato come ogni arbitro debba saper reagire e crescere di fronte alle difficoltà, trasformando gli errori in occasioni per migliorare. “Si migliora solo sbagliando, solo accettando e analizzando l’errore. L’unica strada è assumerci la responsabilità di ciò che accade e imparare. L’errore non ci definisce, ma il modo in cui lo affrontiamo sì”, ha sottolineato.
A supporto del suo messaggio, ha introdotto anche la ‘teoria delle 10.000 ore’, spiegando come l’eccellenza non sia frutto del talento puro, ma del lavoro sistematico e continuo. “La resilienza, la costanza, il metodo e la disciplina possono determinare il raggiungimento degli obiettivi. Se volete eccellere, dovete applicarvi, senza scuse e senza giustificazioni. Nessuno regala nulla a nessuno”, ha ribadito, spronando i presenti a non cercare scorciatoie.
Colombo è poi passato ad affrontare la parte tecnica del proprio intervento, attraverso l’analisi di alcuni video, con i giovani colleghi trevigiani, riportanti episodi in campo piuttosto complessi: decisioni dubbie, posizionamenti da rivedere, interpretazioni difficili. Ma, ancora una volta, l’attenzione non era rivolta all’errore in sé, bensì alla sua origine. “Posizionamento errato, una mancanza di lettura della situazione, una decisione presa troppo in fretta”, ha spiegato Andrea, dimostrando così come ogni episodio possa essere un’occasione per crescere e comprendere più a fondo il gioco.
In questa prospettiva l’arbitro internazionale ha voluto trasmettere il proprio messaggio finale ai fischietti trevigiani: “Non siamo quello che ci succede, siamo quello che desideriamo diventare”. Con questa frase ha chiuso il suo intervento, lasciando la sala con un’energia positiva, e con un ultimo consiglio rivolto ai ragazzi e alle ragazze della Sezione: divertirsi, metterci passione, e non perdere mai di vista i propri obiettivi.