Daniele Chiffi: “Una sana autocritica è la ricetta vincente”
Autore: ae Onofrio Pio Virdò |
Fotografie: ae Marua Ouertani |
Martedì 26 Aprile i trevigiani hanno accolto Daniele Chiffi, arbitro internazionale associato della Sezione di Padova.
Il suo è stato un intervento mirato ad arricchire la formazione dei giovani fischietti attingendo al proprio bagaglio esperienziale e un dialogo attivo con i presenti.
Decisamente topica la frase utilizzata da Daniele in apertura di intervento “La crescita passa dall’analisi e dalla voglia di mettersi in discussione”.
Ha proseguito ponendo l’accento su fatiche, allenamenti, impegni e difficoltà che hanno segnato la scalata alla massima serie calcistica e trasformato un giovane dedito all’atletica in un arbitro di gran valore tecnico e spiccata personalità: “Il sacrificio è importante, quando ho iniziato mi sono subito confrontato con colleghi che frequentavano il polo, e questa è stata una svolta a livello di crescita personale” – continuando – “Ho cercato di bilanciare i diversi impegni per essere presente al polo a pranzo, tornando dall’Università, dedicandomi successivamente agli impegni sportivi con l’allenamento di atletica e concludendo le mie giornate con lo studio dopo cena.”
Daniele ha poi voluto sottolineare con forza un concetto che sta alla base della crescita: “Dobbiamo imparare ad ascoltare, dobbiamo carpire tutti i consigli dei nostri colleghi osservatori anche se a caldo, al termine della nostra prestazione, non è facile”. La figura dell’osservatore, dunque, è stata ribadita come fondamentale per costruire, tassello dopo tassello, il proprio percorso, dal punto di vista tecnico e da quello della personalità, accettando di poter sbagliare e rimanendo allo stesso tempo aperto al miglioramento.
Il collega ha poi voluto trattare un argomento fondamentale: “Ho avuto diverse fasi nel mio percorso, dapprima un rapido passaggio al Comitato Regionale, seguito da 4 anni e mezzo che mi hanno portato anche ad avere delle delusioni, ad esempio al termine della stagione precedente al mio passaggio all’Organo Tecnico Nazionale” – sottolineando – “Ma l’anno successivo mi ha ulteriormente formato, e ho impiegato solo una stagione per transitare alla Commissione Arbitri Nazionale di Serie D”. Daniele con questo passaggio ha voluto motivare i giovani rispetto ai diversi momenti che si incontrano nella carriera arbitrale, in taluni casi estremamente felici, in altri casi sfidanti, ma l’esperienza conta e non è mai “tempo perso”, consentendo di raggiungere la giusta maturità, preludio a soddisfazioni successive.
Il coinvolgimento dei giovani in sala da parte del relatore hanno poi stimolato diverse tematica, dal rapporto con i calciatori alla gestione dello stress, e focalizzandosi anche sull’importanza della preparazione fisica: “La costanza è indice di impegno, fornisce certezze a chi conta su di noi” ha affermato con tono deciso e perentorio, quasi a volerne ribadire l’obbligatorietà di certi standard a quanti fanno dell’arbitraggio un progetto di vita.
Gli errori, infine, sono stati oggetto di riflessione: “Quando compiamo degli errori siamo di fronte a straordinarie lezioni per potenziare le nostre qualità” – e ancora – “Ci consentono di mettere in atto strategie di azione su tematiche specifiche, ci danno energia per migliorare, domenica dopo domenica”. Una profonda autocritica, a suo dire, è la ricetta necessaria per comprendere, metabolizzare e crescere, anche attraverso sfide impegnative legate alla ricerca dell’equilibrio tra studio, lavoro, università e famiglia, senza rinunciare alla passione per l’arbitraggio.
Il saluto di Daniele ai presenti è stato significativo “Bisogna analizzarsi interiormente per trovare i punti su cui migliorare”.