La comunicazione come strumento di credibilità in campo

Il CAN D Stefano Campagnolo offre interessanti spunti per l’interazione arbitro-calciatore

Ultima riunione tecnica della stagione 2018/2019 per la Sezione di Treviso: venerdì 3 maggio i fischietti di Marca, carichi dal trionfo nel ‘Memorial Gianni Martin’ di un paio di giorni prima, si sono ritrovati per ospitare l’Arbitro CAN D Stefano Campagnolo della Sezione di Bassano, fresco della direzione del match Bari-Rotonda, che, in un San Nicola gremito, ha decretato il ritorno della squadra di casa al calcio professionistico.

Tema della serata, questa volta, non strettamente legato alle 17 Regole, ma al ‘come’ applicarle, nella forma più che nella loro sostanza: si è parlato di comunicazione, come strumento essenziale per essere credibili ed accettati in campo, dai giocatori e dalle panchine.

In apertura, l’Arbitro Campagnolo ha ribadito un insegnamento basilare, che ciascun fischietto si è sentito ripetere, da organo tecnico ed osservatori, sin dalle prime partite: “l’arbitro in campo deve parlare il minimo indispensabile”.

La ragione di questo principio non viene, però, questa volta dalla ‘buona esperienza’, ma trova giustificazione in dati numerici ben precisi, che dimostrano come la comunicazione verbale in campo incida solo in minima parte (7%), mentre il restante 93% delle interazioni dell’arbitro nel corso di una partita sono di natura diversa, ovverosia paraverbale (timbro, tempo, volume della voce) e – addirittura per un 55% – non verbale (gesti, sguardi e movimenti).

“Non si può non comunicare”. Con il primo assioma di Watzlawick, l’Arbitro Campagnolo ha spiegato l’importanza di imprimere congruenza comunicativa a tutte le forme espressive che, nella decisione dei singoli episodi e nella complessiva direzione della gara, costituiscono il contatto dell’arbitro con l’ambiente circostante.

La dimostrazione di tale principio si è quindi concretizzata con la visione di alcuni filmati emblematici, da una parte del buon esempio di congruenza comunicativa, in cui sguardo, postura e movimenti dell’arbitro facevano trapelare sicurezza e padronanza della situazione, necessarie a rendere accettabile ogni decisione, dall’altra casi di contraddizione comunicativa, ove la gestualità lasciava intendere nervosismo e scarsa autorevolezza, facendo sbiadire l’effetto degli interventi arbitrali, quand’anche sostanzialmente corretti.

Dopo gli esempi eccellenti, Campagnolo ha attuato un’inversione dei ruoli, mettendo ‘sotto la lente d’ingrandimento’ una variegata serie di propri episodi tratti dall’ultima stagione sportiva e chiamando i ragazzi a giudicare il livello di credibilità di tali decisioni.

“Quando prendiamo una decisione di pancia, dobbiamo sostenerla, come se l’avessimo vista con chiarezza”: un’ottima occasione di crescita per tutti, offerta da un Collega cui i più giovani potranno senz’altro ispirarsi.

Infine, l’annuncio degli esordi: tra le forze regionali, Davide Carraretto chiude la sua prima stagione da Assistente Arbitrale con il debutto in Eccellenza, mentre Alberto Fornaini con la prima in Promozione; per i ragazzi della sezione, invece, Luca Saverio Tomaselli esordiente in Seconda categoria, Luca Signori in Terza e Daniele Falanga in Allievi.

Autore: Chiara Martin

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